Dal primo caso Covid a Codogno, fino all’arrivo del vaccino, la cronistoria degli avvenimenti indelebili di quest’anno legati al coronavirus.
Il 21 febbraio viene scoperto a Codogno il ‘paziente 1’ e il paese lombardo diventa l’epicentro dell’epidemia. Tra gli abitanti di questo paese di 15.000 anime, c’è Mattia Maestri, 38 anni, sportivo, manager, da qualche giorno ricoverato in ospedale, è il primo positivo al Covid-19. In meno di 72 ore Codogno verrà isolata, l’Esercito la circonda e diventa la Wuhan d’Italia.
Il 22 febbraio il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli, terrà la prima di una lunga serie di conferenze stampa. L’appuntamento delle 18,00 ogni giorno verrà atteso con ansia da tutti gli italiani per verificare lo stato dei contagi e dei decessi purtroppo. Come sarà atteso ansia anche il collegamento con il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte che illustrerà i cambiamenti da attuare con l’obbiettivo di fermare il contagio. Si inizierà a parlare di assembramenti, mascherine, lockdown, autocertificazioni e DPCM.
Si ferma tutto, si ferma la Nazione. Si ferma anche il calcio. Il 9 marzo infatti è l’ultima gara prima del DPCM che ferma lo sport professionistico. Quel giorno si giocava Sassuolo-Brescia 3-0. Dopo un gol l’attaccante Francesco Caputo, mostrò alla telecamera un messaggio “Restate a casa, andrà tutto bene…” slogan che diventerà un cult su tutti i social network.
Con il DPCM del 22 marzo, l’Italia è in lockdown. Si vuotano le strade e si riempiono i supermercati. Gli italiani sono in fila per fare scorta di provviste. Le attese sono estenuanti, in alcuni giorni si arriva ad aspettare anche un’ora prima di entrare.
Per sdrammatizzare, ogni pomeriggio l’appuntamento è sui balconi con l’inno nazionale ed altre canzoni della nostra tradizione, per rispondere con il sorriso alla pandemia.
Purtroppo però, non c’è tanto da ridere, le terapie intensive sono strapiene, i nostri ospedali sono in ginocchio. Emblematica la foto dell’infermiera Elena Pagliarini che viene fotografata da una collega l’8 marzo, a Cremona, addormentata sulla scrivania dopo un turno massacrante. Due giorni dopo scoprirà di essere anche lei positiva al covid.
Altro foto-ricordo indelebile: il 15 marzo 2020 quando Papa Francesco lascia il Vaticano e, attraversando il centro di Roma, raggiunge a piedi la chiesa di San Marcello al Corso per pregare per la fine della pandemia davanti al crocefisso che avrebbe salvato Roma dalla peste nel 1500
Non c’è più posto per i feretri. Le bare vengono lasciate in giacenza presso spazi ricavati all’interno di ospedali, tra letti e pazienti. A Bergamo e provincia il virus miete così tante vittime da riempire gli obitori e da portare alla trasformazione delle chiese in spazi per ospitare le bare. Eclatante ed indelebile la sera del 18 marzo. Forse il momento simbolo della pandemia. La sera dei carri armati e mezzi dell’esercito con all’interno i feretri, che “sfilano” in quantità industriale per le vie di Bergamo, per trasferire le salme in altre regioni per procedere alla cremazione in altri tempi crematori.
In quei giorni è tutto molto tragico. Non c’è possibilità di vedere il proprio caro. Non si sa in che cimitero o tempio crematorio andrà. Inoltre sono vietati i funerali all’interno delle chiese per evitare assembramenti. Anche le sepolture avvengono senza familiari. Negli ospedali o direttamente nei cimiteri, solo un sacerdote per la benedizione delle salme. Le messe e le funzioni ripartiranno a numero chiuso a maggio con la Fase-2.
Con la Fase-2 appunto, si cerca una difficile ripartenza delle attività e di tutto il sistema nazionale. Il 17 maggio 2020 i ristoratori si preparano alla riapertura sulla base del nuovo DPCM. Distanziamento tra tavoli, si parla anche di pannelli di plexiglass che difficilmente vedremo all’interno dei locali.
Chiusa dal 5 febbraio 2020 la scuola riparte in presenza a settembre, tra polemiche e la novità dei banchi a rotelle. Mentre dopo l’illusione estiva, dove inconsciamente l’italiano medio ha abbassato la guardia dopo una primavera in piena pandemia, a ottobre il Premier Giuseppe Conte è costretto ad emanare nuovi DPCM per reintrodurre misure anti-contagio, compreso il coprifuoco dalle 22 alle 5. Salgono i contagi ed aumentano i drive-in per fare il tampone.
Durante le festività natalizie, il governo istituisce una zona rossa su tutto il territorio nei giorni più a rischio per i consueti pranzi e cenoni. Torna l’autocertificazione anche per circolare in ore diurne nel proprio comune, ma i controlli delle autorità non sono serrati come nella prima ondata.
Il 26 dicembre i vaccini arrivano in Italia, 975 dosi vengono consegnate all’ospedale Bellaria di Bologna, mentre il Il 27 dicembre è il V-Day europeo. La prima italiana a ricevere la dose di vaccino è Claudia Alivernini, infermiera all’ospedale Spallanzani di Roma.
Un mese dopo Conte si dimette. Il nuovo presidente del consiglio è Mario Draghi, spetta ora a lui e ai ministri scelti di fronteggiare nel migliore dei modi l’allerta per il Covid e delle sue varianti. Si perché come se non bastasse, è da qualche tempo che si sente parlare di variante inglese, variante brasiliana, che piano piano si stanno facendo strada nel nostro paese.
Speriamo che questa volta, vada veramente tutto bene!