Benvenuti nella seconda parte di “I nostri idoli che ci hanno lasciato nel 2020”. Nello prima parte abbiamo tratto le morti di Kobe Bryant, Luis Sepulveda e Litle Richard. Adesso è il turno di altri due grandi, che ci hanno lasciato nel 2020.

Ezio Bosso 13.09.1971 – 15.05.2020 Musicista di fama internazionale. Decise di dedicarsi alla musica classica, come solista, dopo aver iniziato con il genere ka-mod revival. Inizia in Francia, ma viaggerà in tutta Europa per suonare in tante orchestre del continente e non solo. Palcoscenici internazionali del calibro del Festival Hall alla Sydney Opera House, dal Southbank Centre al Palacio de Bellas Artes di Città del Messico, dalla Carnagie Hall al Teatro Colòn di Buenos Aires, dalla Houston Symphony all’Auditorium Parco della Musica di Roma, senza dimenticare, ovviamente, il Teatro Regio della sua città, Torino. Nel 2001 compone la colonna sonora del film “Ribelli per caso”, mentre due anni più tardi realizza quella di “Io non ho paura”, grazie alla quale riceve una nomination al David di Donatello. Nel 2011 gli viene diagnosticato un tumore al cervello. E’ un brutto colpo per Ezio, che pensa addirittura di togliersi la vita. Continua ad incantare il mondo ed a far collezione di riconoscimenti importanti come ad esempio quello ricevuto nel 2015 quando il suo concerto all’Ikon Gallery, nell’ambito dell’opera “3 Drawing Rooms” di David Tremlett.

 

Gigi Simoni 22.01.1939 – 22.05.2020 Nasce a Crevalcore, provincia di Bologna. Inizia la sua carriera da calciatore indossando la Mantova, successivamente Napoli, poi va a Torino, prima al Toro poi alla Juve. Come penultima tappa Brescia ed in fine Genoa nel 1974. L’anno successivo, dopo aver appeso gli scarpini al chiodo inizia l’avventura da allenatore proprio col Genoa, dove ci tornerà per ben altre due volte addirittura. Uno degli allenatori più longevi, girovaghi ed esperti del calcio italiano. Brescia, Pisa (due volte), Lazio, Empoli, Cosenza, Carrarese, Cremonese e Napoli. Poi l’apice della sua carriera: arrivano le vittoria della Coppa Uefa e lo scudetto sfiorato con l’Inter di Ronaldo nel ’98 (l’anno del fallo Iuliano-Ronaldo). Un’autentico maestro di calcio, nonché una persona d’altri tempi, seria e sincera. Javier Zanetti ha detto di lui: “Simoni è una persona unica, verso la quale non si può non nutrire affetto, stima. Tutta la sua Inter, che era un gruppo unito, ha avuto un rapporto sincero ed eccezionale con lui”. Muore a Lucca per via di un’ictus all’età di 81 anni.

 

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